Racconto pittorico - Giordano Macellari
Official page of the artist Giordano Macellari. Giordano Macellari (born December 31, 1962) is an Italian painter. In 1968 the family moved to Casette d'Ete, not far from his city of birth. He worked both as a painter and footwear entrepreneur until 2002, when he decided to devote himself exclusively to painting...
Lotario e Imelda, Basilica Santa Croce al Chienti, Giordano Macellari, Stefano Papetti
734
page,page-id-734,page-template-default,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-content-sidebar-responsive,columns-3,qode-theme-ver-10.1,wpb-js-composer js-comp-ver-4.11.2.1,vc_responsive

Racconto pittorico

Lotario e Imelda

Una leggenda per Santa Croce

*

 

A noi dell’Associazione Santa Croce piacciono molto le belle collaborazioni. Ci piace lanciare idee e proposte sempre nuove e diverse, ma ci piace anche accogliere quelle che provengono da chi è vicino all’Associazione e ha piacere di avere un ruolo attivo nelle iniziative che, di volta in volta, vengono promosse.

Per questo, abbiamo accolto con piacere il risultato di una sfida lanciata all’artista Giordano Macellari: raccontare, fissandola sulla tela, la leggenda di Lotario e Imelda, legata alla Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti (immersa nella campagna di Casette d’Ete di Sant’Elpidio a Mare) la cui valorizzazione e conoscenza è, da sempre, l’obiettivo principale dell’Associazione.

Un’idea semplice, ma il fatto di averne affidato la realizzazione a Macellari significava avere la consapevolezza di ottenere un racconto intrigante, una visione originale, in qualche modo dirompente, ma non dissacrante, della storia d’amore e morte di cui sono protagonisti Lotario e Imelda.

E Macellari non ha deluso. Anzi, ha sorpreso. Attraverso dodici tele ha rappresentato i momenti salienti della leggenda, e lo ha fatto quasi snaturando la sua arte, divertendosi a giocare con i colori, dipingendo tratti essenziali, lontani e diversi da quelli che gli sono più abituali, all’apparenza infantili e scarni, eppure ricchi di significato e di emozioni.

Tratti che invitano a leggere la storia, non solo a guardarla.

Così Macellari ha vinto la sfida.

 

Marisa Colibazzi

presidente dell’Associazione Santa Croce

 

 

* * *

Conosco Giordano Macellari ormai da molti anni: ho presentato alcune sue mostre e, soprattutto, ho apprezzato la sua iniziativa di concorrere al restauro di opere d’arte danneggiate dall’incuria del tempo, grazie a quanto ricavato dalla cessione dei suoi dipinti. L’ho sempre giudicato un artista istintivo, incline a lasciarsi andare al trasporto dei sentimenti più che disposto a sottoporre al vaglio della ragione le sue idee: tutto ciò è ben evidente nelle sue opere, caratterizzate da pennellate rapide e riassuntive che costruiscono l’immagine con grande efficacia, senza indulgere nella descrizione dei particolari.

Per questo motivo mi ha molto stupito, in una recente visita al suo studio, vedere una serie di quadri che illustrano una favola cortese di amore e morte, quella di Lotario ed Imelda, legata alla fondazione della Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti. Non credevo, infatti, che Macellari fosse disposto a rinunciare ai suoi “eroici furori” di artista fuori dagli schemi, per illustrare un racconto che affonda le sue radici nell’epos medievale.

Invaghitosi della giovane e bella Imelda, figlia del feudatario locale Eufemio, il nobile cavaliere Lotario si vide respinto dal futuro suocero che non approvava il loro amore e segregò la ragazza in un convento dove ella si lasciò morire. Per vendicarne la morte, Lotario uccise il nobile Eufemio, ma tormentato dal rimorso il giovane cavaliere si isolò in una zona paludosa, conducendo una vita da eremita e prodigandosi per la costruzione della Basilica.

La loro vicenda è stata rievocata da Cesare Catà in un testo drammaturgico dal titolo “La Santa Croce: disperazione e redenzione di un cavaliere”, dato alle stampe a poca distanza di tempo dal completamento dell’impegnativo intervento di restauro che, dopo molti decenni di abbandono, ha riportato a nuova vita l’antico cenobio medievale.

Naturalmente nelle tavole che Macellari dedica a questa storia non troviamo quel repertorio iconografico connesso, nell’immaginario collettivo, alle corti medievali: il fasto della vita feudale, gli abiti sontuosi, le armature lucenti, i grandi convivi sono estranei al suo mondo, ma non per questo le sue storie risultano meno avvincenti. Infatti, senza rinunciare al suo stile rapido e disinvolto, Macellari ha composto una sequenza di immagini apparentemente caotiche, ma in realtà capaci di coinvolgerci nella vicenda di amore e morte legata a questa leggenda proprio per la loro rapidità esecutiva e per la sintesi formale che le ispira, senza rinunciare a qualche digressione caricaturale.

Il fatto, poi, che questi dipinti siano esposti nella stessa abbazia la cui nascita è legata all’amore di Lotario ed Imelda, rende ancor più efficace la loro capacità di raccontare in modo contemporaneo una vicenda del passato.

 

Stefano Papetti

– I personaggi –

X0551MIAT

Lotario

X0552MIAT

Imelda

X0553MIAT

Eufemio

X0554MIAT

Il pedinatore

X0555MIAT

La governante

– La storia –

X0538MIAT

Imelda, fanciulla bellissima, figlia di un ricco signore della città di Ascoli Piceno, che l’ha promessa in sposa per ampliare i suoi giri commerciali, mentre rientra a casa in compagnia della governante, incrocia lo sguardo di Lotario, giovane cavaliere del quale quasi tutte le fanciulle sono innamorate.

X0539MIAT

Come con un silenzioso appuntamento, i due ragazzi si ritrovano ogni giorno nel medesimo luogo, alla medesima ora. Dopo un po’ di tempo, gli sguardi lasciano il posto alle parole, le parole ai baci rubati.

X0540MIAT

I due si incontrano segretamente, finché Imelda e Lotario non suggellano completamente il loro amore.

X0541MIAT

Imelda è troppo giovane e troppo ingenua per nascondere la sua gioia, tanto che il padre Eufemio comincia a sospettare qualcosa.

X0542MIAT

Eufemio fa pedinare Imelda e scopre gli incontri segreti con Lotario.

X0543MIAT

Eufemio chiede spiegazioni alla figlia che confessa tutto.

X0544MIAT

Eufemio perde le staffe in quanto non poteva più dare Imelda, che aveva perso la purezza, in sposa a chi la aveva promessa. Decide quindi di rinchiuderla in convento, costringendola a prendere i voti.

X0545MIAT

Imelda, non potendo salutare, né avvisare il suo amato Lotario, nel convento si lascia lentamente morire di fame e di sete.

X0546MIAT

Dopo settimane di ricerca, Lotario viene a sapere la tragica verità. Accecato dalla furia, senza sfidarlo in un regolare duello, uccide brutalmente Eufemio.

X0548MIAT

Lotario è costretto a scappare per sfuggire alla giustizia. Si ritira in un luogo sperduto vicino ad un fiume. Costruisce una capanna che presto diventa un rifugio per altri disperati.

X0549MIAT

Una notte, in sogno, compare Imelda che gli dice di costruire qualcosa che possa ricordare al mondo il loro amore.

X0550MIAT

Lotario inizia a costruire una chiesa, un’abbazia, dove anni dopo sarebbe divenuto monaco.

Foto inaugurazione – 5 ottobre 2019

Basilica Imperiale Santa Croce al Chienti

Casette d’Ete (Fermo)

001

Basilica Imperiale Santa Croce al Chienti

002

Basilica Imperiale Santa Croce al Chienti

003

Basilica Imperiale Santa Croce al Chienti

004
005
007
008
009
0091
0092
0093
0094
0095
0096
0097
0098